NOTE SCHEMATICHE SULLA PREPARAZIONE DI UN'ESCURSIONE

a cura di Giancarlo Guzzardi

 

Progettazione

        In una progettazione che si pone come obiettivo la proposta di un itinerario escursionistico per gruppi di persone è molto importante la fase di preparazione, il cui valore è direttamente proporzionale all’esperienza e alla preparazione dell’accompagnatore, nonché alla sua capacità di darsi una metodologia di lavoro e pianificazione.

Se un itinerario non rientra immediatamente nel proprio bagaglio di conoscenze tecniche e culturali di un determinato territorio, bisogna assolutamente crearlo e progettarlo, prima a tavolino poi effettuando le dovute verifiche sul campo.

        Dovendo adottare un metodo di lavoro, un elemento mi sembra fondamentale e prioritario rispetto ad altri: la tipologia del "cliente" a cui la nostra proposta è rivolta, insieme alla consistenza numerica e qualitativa (dal punto di vista culturale, ma anche e soprattutto per le conoscenze tecniche e l’allenamento) del gruppo.

        Tutto il progetto ruota intorno a questo elemento, un errore nella valutazione equivarrebbe al fallimento nei confronti dell’obiettivo che ci si è posto. L’itinerario, con i suoi annessi e connessi, deve essere assolutamente a misura del cliente a cui si propone. Se ciò non fosse, una serie di problemi tra i più vari e insignificanti, potrebbero trasformare l’escursione in una difficile situazione da gestire, con gravi conseguenze dal punto di vista delle responsabilità per l’accompagnatore.  

D’altronde, si presuppone che ogni accompagnatore che svolga quest'attività in modo professionale, abbia nel proprio bagaglio l’esperienza necessaria per costruire un programma di itinerari, una serie di proposte valide per ogni tipo di gruppo o singole persone.

         Altri due elementi mi sembrano ugualmente importanti: il periodo in cui effettuare l’uscita e l’aspetto didattico-culturale dell'escursione. Il secondo aspetto è quello in grado di differenziare la nostra proposta da quella di altri colleghi e renderla in questo modo singolare ed originale.

         E’ evidente che gli aspetti didattici e culturali saranno quelli che potranno riempire in modo diverso quella specie di "contenitore" che è una gita in montagna, dove in particolar modo le persone alla loro prima esperienza, riscontrano subito e soltanto gli aspetti “sgradevoli” di un'escursione, quelli legati alla fatica fisica e all’impegno.

         Per quanto riguarda la scelta del periodo in cui effettuare l’escursione bisogna considerare due elementi: a) un periodo adatto (primavera avanzata o autunno) non solo permetterà di godere appieno dell’ambiente naturale nei momenti migliori (per osservare per esempio il colmo delle fioriture o la stagione degli amori di alcuni mammiferi), ma anche di effettuare una gita gratificante, senza il disagio delle alte temperature; b) lo studio del clima e della meteorologia locale legati alla quota, ai versanti e all’esposizione della montagna, in periodi ben precisi dell’anno aiutano a prevedere e a prevenire i disagi e le incertezze del maltempo.

Fornire una serie di informazioni su tutto ciò con cui si viene a contatto durante il tragitto, costituisce in fondo proprio l’educazione all’ambiente, quel know how che distingue la figura dell’Accompagnatore di Media Montagna, così come sancito dalla Legge Regionale n. 86/98 nell’articolo 16 comma 1/b e dall’articolo 21 comma 2 della Legge Quadro nazionale n. 6/89.

            Si elencano di seguito una serie di punti da analizzare e programmare:

a) méta e percorso dipendono innanzitutto da quegli aspetti didattici e culturali che si desidera mettere in risalto e non saranno mai svincolati da essi;

b) la difficoltà del percorso viene dosata in base alla “tipologia” dei partecipanti all’escursione; considerando anche l’opportunità di programmare itinerari diversificati per gruppi di età e capacità diverse;

c)  sempre in base alla “tipologia” del gruppo verranno determinati i tempi totali e parziali dell’escursione e l’eventuale numero di Accompagnatori necessari (almeno uno ogni 10/12 persone, con eccezione in base alle situazioni che verranno di volta in volta verificate);

d)  in base alle difficoltà dell’escursione, al periodo di svolgimento della stessa e alle condizioni meteorologiche previste, viene determinato l’equipaggiamento occorrente e i "requisiti tecnici" richiesti per la partecipazione;

e)  nel corso dell’escursione verranno previsti una serie di “momenti didattici”, dedicati ad illustrare un tema relativo all’ambiente, alla storia e alla cultura dei luoghi (geologia, flora, fauna, storia, siti archeologici, pastorizia, paesaggio, osservazione naturalistica, fotografia ecc.);

f)   non devono essere ignorati i “momenti di aggregazione”, riducendo viceversa l’escursione a mera sgambata o a lezione scolastica all’aria aperta.

        La progettazione di un itinerario e la conseguente organizzazione dell’escursione, richiedono un’analisi accurata che dovrebbe basarsi su una preventiva perlustrazione dei luoghi prescelti, percorrendo possibilmente integralmente l’itinerario, anche in discesa, sia per definire il percorso in tutti i suoi aspetti (naturalismo, paesaggio, cultura, difficoltà, tempo di percorrenza, dislivello), ma anche per acquisire e memorizzare quel bagaglio di conoscenze necessario alla presentazione dei luoghi e dell’itinerario, prima e durante l’escursione.

          La progettazione viene fatta a tavolino, consultando guide, carte ed altre pubblicazioni, sia per determinare il percorso, ma soprattutto per identificare e memorizzare quegli aspetti naturalistici e culturali che poi saranno gli argomenti oggetto delle "chiacchierate didattiche". Queste ultime, verranno anch’esse inserite in momenti ben precisi dell’escursione, facendole coincidere magari con piccole soste di ristoro e riposo o in concomitanza della visita ad un particolare sito durante il percorso.

Nella stessa fase di progettazione saranno identificati anche i percorsi alternativi da effettuare in caso di difficoltà o variazioni meteorologiche e di ritirata in caso d'emergenza. I tempi di percorrenza verranno annotati scrupolosamente e verificati sul terreno.

        Naturalmente, dovranno essere curati con precisione anche gli aspetti logistici relativi al trasferimento, all’eventuale vitto e pernottamento, specialmente quando si pensa di effettuare un trekking di più giorni o una traversata. Queste e altre informazioni inerenti le date, gli orari, il luogo dell’appuntamento e soprattutto le caratteristiche dell’abbigliamento ed eventuali attrezzature personali, dovranno essere redatte su una specie di scheda e comunicate in anticipo ai partecipanti.

        Nella fase progettuale si avrà l’accortezza di inserire una gita alternativa, anche in città, nel caso che per maltempo non fosse possibile portare a termine l’itinerario previsto. Considerare quindi la possibilità di effettuare visite presso i musei della zona, centri di educazione ambientale, centri visita delle riserve, prendendo contatti e relativi accordi con gli operatori del settore.

 Conduzione

            Lo svolgimento di un’escursione è momento assai delicato dal punto di vista della conduzione, in quanto viene ad instaurarsi un particolare rapporto tra il cliente (persona in genere meno esperta) e l’Accompagnatore (a volte in numero inadeguato per un controllo ottimale di tutti i partecipanti), basato su un “contratto tacito” in cui, per entrambe le parti, ad una serie di diritti corrispondono altrettanti doveri.

            Per quanto riguarda l’Accompagnatore, alla sua prestazione professionale corrisponde una remunerazione concordata secondo le tariffe stabilite dal Collegio Regionale delle Guide Alpine della Regione in cui si opera. Detto per inciso, tutti gli Accompagnatori per essere in regola nella professione, sono tenuti ad iscriversi presso lo speciale Albo istituito dai vari collegi regionali e alla frequentazione di periodici aggiornamenti.

            I doveri che da tale contratto derivano, per l’Accompagnatore si trasformano in una serie di accorgimenti e misure che, supportate dalla propria esperienza e preparazione professionale, metterà in atto per effettuare l’escursione nelle migliori  condizione di sicurezza per se, per i clienti e per eventuali terze persone.

            Più nel dettaglio queste misure si articolano in una serie di azioni, atte a risolvere problemi ben precisi, legati alla preparazione e alla conduzione di un'uscita in montagna:

1)     Stabilire la tipologia e il grado di difficoltà di un percorso, onde poter valutare l’idoneità dei singoli membri del gruppo ad effettuare l’escursione;

2)     Attraverso un’analisi preventiva del percorso e del territorio, informarsi sui pericoli oggettivi insiti nell’itinerario (caduta sassi, slavine, smottamenti, onde di piena, meteo locale), quindi sullo stato di agibilità dei sentieri;

3)     Se non si ha una conoscenza diretta dei luoghi da attraversare, l’analisi preventiva servirà a raccogliere una serie di informazioni anche attraverso la documentazione cartografica, le guide ed altre pubblicazioni sul territorio, a cui si aggiungeranno poi le notizie dirette raccolte sul campo, anche con l’aiuto di persone del posto;

4)     Alla vigilia dell’ascensione è importante ribadire al cliente le informazioni necessarie per approntare un abbigliamento adeguato e l’equipaggiamento occorrente;

5)     Per la buona riuscita dell’escursione, ma soprattutto per la sicurezza dell’intero gruppo, l’Accompagnatore dovrà adottare un atteggiamento deciso nei confronti di quelle persone non in regola con i requisiti tecnici e in contrasto con le norme di comportamento che la gita presuppone;

6)     Spiegando in modo naturale ed evitando  eccessiva enfasi gli eventuali pericoli oggettivi del percorso, l’Accompagnatore illustrerà il comportamento che i partecipanti dovranno adottare durante tutto lo svolgimento della gita, per interagire nel modo giusto con l’ambiente, evitando anche quei pericoli di carattere soggettivo dovuti all’inesperienza;

7)     L’Accompagnatore dovrà inoltre attenersi scrupolosamente ai termini di comportamento e di azione imposti dalla professione nella quale è specificatamente preparato e abilitato, muovendosi esclusivamente nell’ambito del terreno e delle tecniche consentite; 

8)     Considerare sempre prioritarie le misure di sicurezza, per salvaguardare l’incolumità del gruppo e di terze persone, rispetto ad altri obiettivi.

           

            Un'escursione in gruppo dovrebbe prevedere almeno un accompagnatore ogni 12/15 persone, ma questo aspetto va considerato in base alla tipologia dei partecipanti, alla loro età, alla loro esperienza e allenamento. Nel caso di accompagnamento di scolaresche, questo rapporto dovrebbe essere almeno di un accompagnatore ogni 10 ragazzi, mentre uguale attenzione andrebbe posta nei confronti di persone anziane. In quest’ultimo caso è oltretutto importante la scelta del tipo d’itinerario e i tempi di percorrenza.

            Lungo il percorso va studiata attentamente la posizione dei singoli membri del gruppo: la dislocazione delle persone più esperte, quelle più anziane, quelle più deboli e meno allenate, non può essere affidata al caso. L’Accompagnatore si posizionerà di conseguenza.   

            In caso di necessità (evidenti difficoltà mostrate da alcuni partecipanti) si può prevedere di frazionare il gruppo in due parti, se il numero degli Accompagnatori lo consente o, in tutti quei casi in cui i conduttori lo riterranno opportuno, la gita potrà essere interrotta o potrà essere abbandonato il percorso più impegnativo a favore di un tragitto più corto e facile.

            Il carattere e la disponibilità dell’Accompagnatore sono molto importanti, al fine di infondere fiducia, ma anche dimostrare autorevolezza nei momenti opportuni. La disciplina, intesa come accettazione del proprio ruolo da parte di tutti, in alcuni casi è imprescindibile; in presenza di un pericolo per esempio o quando la situazione richiede una decisione immediata e un’accettazione incondizionata da parte di tutti. Il carisma dell’Accompagnatore dovrà dunque concorrere a smussare anche quegli eventuali atteggiamenti indisciplinati di eventuali partecipanti, senza decise contrapposizioni ma ricorrendo sempre a spiegare in maniera semplice il perché di una scelta o una determinata regola piuttosto che un'altra.

            D’altronde l’Accompagnatore sarà il primo tenuto ad osservare le buone regole di condotta, comportandosi con educazione e garbo, con atteggiamento improntato alla moderazione, infondendo a tutti tranquillità e sicurezza, rifuggendo da qualsiasi spirito competitivo e valorizzando invece quello improntato alla collaborazione collettiva.

            Alcune regole basilari da rispettare durante il cammino, sono proprio quelle che l’escursionista potrà leggere nella cartellonistica e sui materiali promozionali di una qualsiasi riserva naturale; sono regole semplici, dettate prima di tutto dal buon senso e dall’educazione civica:

- non abbandonare i rifiuti nell’ambiente;

- evitare i rumori inutili e molesti;

- non interferire con gli animali, se si ha la fortuna di incontrarli;

- non danneggiare alberi e non raccogliere fiori;

- non accendere fuochi, se non nelle aree attrezzate;

- non asportare rocce, minerali, fossili e reperti archeologici;

- non uscire dai sentieri segnati.


 Accompagnatore di Media Montagna

Giancarlo Guzzardi

gguzzardi@interfree.it