Monte Sirente, versante nord est

 

                                   I SETTORI DELLA MONTAGNA

SETTORE ORIENTALE: costituito dall'anfiteatro di Monte di Canale e dal circo della Neviera;
SETTORE CENTRALE: circoscritto alla zona di Valle Lupara, lo Sperone di Mezzo, il Canale Majore e il muro terminale della vetta massima;
SETTORE OCCIDENTALE: comprendente tutta la Parete nord fino al Gemello Sx;
I GEMELLI: la fascia compresa tra i due canali Gemelli e lo Sperone dei Tiburtini;
BALZI DELL'ANATELLA: individuati topograficamente anche come Balzi del Sirente, costituiscono gli ultimi risalti rocciosi che la cresta della montagna affaccia sul versante NE.

 

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Sperone Centrale della Neviera

     SETTORE ORIENTALE 

    da est a ovest:

Canale della Fonte - delimita a sinistra lo Sperone di Quota 2151.

Sperone di Quota 2151 (2105 mt) - Dei 4 speroni che discendono dalla cresta nella zona di Monte Canale, questo è il più orientale. E' caratterizzato da una cresta con andamento nord sud, costituita da tre salti consecutivi, di cui il primo, che si eleva direttamente dal bosco, risulta ostico e repulsivo. Il versante ovest, notevolmente frastagliato, presenta numerose costole rocciose, separate da incassati canalini, che adducono sulla Cresta N e sull'Anticima (2095 mt).

La Pala (2057 mt) - Singolare e slanciata struttura rocciosa, che si eleva sulla destra dello Sperone 2151. Vista da NO la silhouette ne giustifica il nome, la sua bellezza però è appannata dalla roccia pessima, che d'altronde caratterizza tutta la zona. A est presenta una difficile parete strapiombante, mentre a ovest l'inclinazione e le difficoltà diminuiscono, presentando una parete più abbordabile, solcata da un cengione ascendente da destra verso sinistra la cengia obliqua. A nord sale aereo un affilato spigolo, mentre a sud una cresta breve di rocce rotte, costituisce il punto più debole della struttura, raggiungibile da un minuscolo forcellino il Basto del mulo, mediante vari canalini.

Canalone di Monte Canale - Ampio canalone inserito tra gli speroni di Quota 2151 e 2201, con un fronte che tocca il bosco a quota 1775 ed esce in cresta a circa 2050 mt, diviso in tre rami da due strutture rocciose piuttosto tozze e distinte.

Sperone Sinistro della Neviera (2201 mt) - E' il può lungo dei quattro speroni che scendono nella zona e senz'altro il meno abbordabile. Una lunga cresta che scende a NNE, divide nettamente le due pareti dello Sperone: quella ad ovest compatta e verticale, quella ad est più conformata, presenta una serie di spigoli e canalini. Le sue rocce lambiscono il bosco a quota 1775.

Canalone San Vincenzo - Canale al limite orientale del circo della Neviera, delimitato dagli Speroni di Quota 2201 e 2207; sbarrato nella parte superiore, a quota 2050 circa, dal muro imponente della Barriera, che si rompe solo verso est, presentando due brevi canalini di media pendenza, di cui quello più a sinistra denominato 8 Maggio.

La Barriera - Muro compatto e apparentemente inaccessibile che chiude a monte il Canalone S.Vincenzo. Alto più di 50 metri, con uno sviluppo di circa 400 metri, rappresenta la linea di cresta principale che in questo punto precipita in modo notevole. Ad ovest si salda alle rocce dello Sperone Centrale, creando con queste una profonda gola (inviolata).

Sperone Centrale della Neviera (2225 mt) - Elegante sperone roccioso, con caratteristiche analoghe a quello Sinistro, anche se con sviluppo più contenuto. La sua cresta principale discende a NE e tocca il circo della Neviera a quota 1875. Nella sua parte bassa presenta un canale molto netto ed incassato che muore sotto la cresta principale: Canale 25 Aprile. Tra i diversi spigoli che caratterizzano la struttura, due sono più distinti ed evidenti, quelli che bordano il canale anzidetto sui due lati.

Canalone della Neviera - Lungo e ampio canalone che si riversa direttamente nel circo sottostante della Neviera. Due sono i suoi rami, divisi in maniera netta dallo Sperone Destro. Il ramo principale, più orientale, raggiunge il bosco a quota 1750, costituendo così il vallone più lungo tra quelli descritti. In cresta presenta due uscite, per la presenza dell'Altare che funge da spartiacque. Delle due, quella più a est e ulteriormente suddivisa in due brevi canalini. Il ramo secondario a occidente, canale della Slavina, risale in direzione della ripida struttura del Palazzo, congiungendosi a quota 2050 con il più ampio Canalone Enrico Abbate.

Altare della Neviera (2200 mt) - Struttura rocciosa ben distinta, dislocata nella parte superiore del Canalone della Neviera, in posizione tale da dividere quest'ultimo in due rami, adducenti entrambi alla cresta principale. Con un'altezza di poco inferiore ai 200 metri, è caratterizzata da una parete nord, segnata in basso da appicchi verticali e strapiombi. Nella parte superiore è solcata da un dedalo di camini e colatoi. Delimitata da due spigoli, di cui quello NO bello e elegante, si apre in sommità con un ampio pianoro saldato a meridione alla cresta principale.

Sperone Destro della Neviera (2275 mt) - Lo sperone più occidentale della Neviera, funge da spartiacque tra i due rami del Canalone della Neviera. Caratterizzato da una cresta che scende ad Est, fino a quota 1900, è forse la struttura più frastagliata e docile, per la presenza di innumerevoli canalini che da ambo i versanti adducono alla cresta stessa.

Il Palazzo (2277 mt) - Splendida struttura situata alla testata del Canalone Abbate che si origina dai dossi terminali dello Sperone Destro, dal quale è diviso da ampi canali. Presenta una parete abbastanza compatta e verticale, alta circa 150 metri e rigata da numerosi, esili colatoi (inviolata).

Canale Enrico Abbate - Ampio Canalone a sinistra di Valle Lupara, dalla quale è separato da una lunga crestina rocciosa, discontinua e di poca importanza. Da quota 1800, lo si attraversa con il sentiero della via normale per la vetta, prima di entrare in Valle Lupara.


Sperone di Mezzo

     SETTORE CENTRALE

    da est a ovest:

Canalone di Valle Lupara - Dopo il Canale Majore è il canalone più lungo ed imponente della montagna. E' delimitato a nord est da una frastagliata crestina rocciosa che lo divide dal canalone Abbate, a nord ovest dalle pareti dello Sperone di mezzo, che su questo lato si presenta poco compatto e solcato da vari canalini. Il lungo conoide discende fino ai margini del bosco a quota 1750.

Sperone di mezzo (2310 mt)- La più lunga propaggine rocciosa che il Sirente protende in direzione nord est. Dove generalmente è considerato un insieme di singoli speroni, è più giusto invece parlare di un unico grande sperone che da quota 1800 sale fino a saldarsi alla cresta di vetta, intorno a quota 2300, per estinguersi nella Selletta del Majore. L'insieme della struttura, vista da lontano, ha contribuito a creare l'immagine di tre distinti speroni, che concretamente però si rivelano un dorso roccioso unico, suddiviso orograficamente in tre strutture svettanti in una serie di piccole elevazioni. Sulla lunga cresta si allineano tre grandi elevazioni, molto distinte se viste da nord ovest, demarcate da alcuni profondi ed evidenti intagli, esse sono: 

Punta Rossa (2165 mt) - La prima elevazione a valle; sul versante del Majore si presenta come la più compatta ed imponente, ad est al contrario è molto frastagliata e solcata da vari canali. La sommità è costituita da due tozze strutture (P.ta Nunzia e P.ta Adriana), affiancate tra loro e affacciate sulla F.lla delle Taccole, un intaglio molto incassato che la isola dal resto della cresta.

Cima L'Aquila (2236 mt) - La più tozza delle elevazioni, costituita da un'ampia cresta sommitale, dalla quale svettano tre aguzze torri: Prima Torre (poco distinta), P.ta Sabatini, Cima L'Aquila, che precipitano bruscamente sulla F.tta Mainini, un'esile intaglio che mediante ripidi canalini, mette in comunicazione Valle Lupara con il Canale Majore. La parete che si affaccia su quest'ultimo è solcata da un'enorme canale-camino ingombro di massi incastrati.

Cima Sud (2295 mt) - La struttura più interessante dal punto di vista alpinistico, almeno per quanto riguarda la qualità della roccia. Sul Canale Majore offre un caratteristico spigolo che risale fin sulla sommità, piuttosto ristretta ed aguzza.

Spalla Sud Ovest (2310 mt) - L'aerea selletta del Passo del Lupo divide, sul filo di cresta, la Cima Sud dalla Spalla SO. La Spalla, ultima consistente elevazione verso meridione, si presenta sul Canale Majore come un avancorpo roccioso, distaccato dal resto della struttura da uno strettissimo canale che adduce alla selletta menzionata.
Il versante orientale dello Sperone di Mezzo, cioè quello che si affaccia su Valle Lupara, risulta molto più frastagliato del versante opposto, non presenta strutture rocciose ugualmente interessanti, ma un terreno più consono alle salite invernali. 

Canale Majore - Il canale è delimitato, sulla sinistra orografica, dalle propaggini rocciose della Parete N della montagna.
Canali e strutture disomogenee permettono di risalire il costone in direzione della vetta, grosso modo sul tracciato della direttissima del 1909. Una sfida alpinistica per gli anni a venire è rappresentata certamente dai due imponenti pilastri che si ergono, verticalissimi, sull'ultimo terzo del canale. Alla testata del canalone, il muro sottostante la vetta , non sembra presentare altre soluzioni logiche di salita, oltre quelle già realizzate (vedi i canali saliti da Baiocco & c., il Camino Graziosi/D'Armi e altre salite meno interessanti realizzate più a sinistra, verso la sella del Majore, come varianti di uscita in cresta).


Spalto di Punta Macerola

    SETTORE OCCIDENTALE

    da est a ovest:

Parete Nord - La Parete N vera e propria, si sviluppa con un muro compatto lungo quasi due chilometri e con un dislivello medio di 500 metri. La parte superiore è costituita da un dedalo di canali che si dipanano tra pinnacoli e guglie monolitiche, o si apre in severi anfiteatri, su cui si affacciano salti rocciosi verticali apparentemente insormontabili.
Sul limite sinistro della muraglia, una serie di salti rocciosi, in basso, sbarrano il passo a più facili pendii, dove le strutture rocciose si diradano e lasciano spazio ad innumerevoli canali. Questa parte della montagna è raggiungibile anche dal Canale Majore; è qui che si fa' strada la Direttissima del 1909. 
Tra gli innumerevoli camini e colatoi ripidi e repulsivi che rigano la parte bassa della muraglia, si apre un varco più ampio, passaggio naturale per la parte superiore della montagna: è situato nella zona sottostante l'Imbuto e consente di accedere ai nevai dello stupendo anfiteatro a monte di quest'ultimo.
Tra i torrioni e le cuspidi rocciose che si ergono nella parte mediana della parete, il Tempio (2099 mt) è la struttura più distinta e imponente.
A occidente dell'Imbuto, segue una fetta di parete abbastanza ampia, molto compatta e meno abbordabile nella parte bassa, che si presenta piuttosto chiusa, senza canali veri e propri, ma solo una serie di camini e colatoi stretti, verticali e dall'aspetto repulsivo. E' questo il tratto più ostico della Parete N, tuttora inviolato.
Continuando verso ovest si incontra il bastione di P.ta Macerola, niente diverso dal resto della parete, è un punto di riferimento solo perché in possesso di un oronimo e di una quota. Fra le poche vie aperte in tutta la parete, qui sale una delle più datate, la Via dell'Arco naturale, che deve il suo nome ad una suggestiva formazione rocciosa a forma di arco che, a mo' di ponte, scavalca un canale.
A destra di P.ta Macerola, al di sopra del Terrazzone, si allarga un altro anfiteatro nella parte superiore della montagna, a cui si accede tramite un varco nella parte bassa della parete, costituito da un alto colatoio, strettissimo e incassato; fino ad oggi non ancora salito.
L'ultimo slancio della Parete N, che culmina a quota 2228, si estende fino al canale del Gemello Sx. E' caratterizzato da un terrazzone sospeso su uno zoccolo roccioso alto un centinaio di metri. La parte superiore è segnata da un doppio sistema di canali-colatoi che, da opposte direzioni, intersecandosi tra di loro danno origine ad una evidente X sulla parete, che rappresenta un punto debole già superato da alcune vie.
La Parete N, procedendo verso Rovere, cioè in direzione ovest, perde la sua imponenza; le quote si abbassano e il dislivello diminuisce sensibilmente. Le pareti sembrano arretrare davanti alla pressione del bosco che qui si incunea nella montagna fino a 1800 metri (Macchia Netta). E' questa la zona dei canali Gemelli denominati Sinistro e Destro. Due splendidi canalini incassati che, superando un dislivello di circa 300 metri, si portano in cresta, a occidente di P.ta Macerola, rispettivamente a quota 2145 e 2092.
Nella fascia di parete tra i due canali, pendii erbosi si alternano a sfasciumi, lì dove in inverno si aprono facili nevai e canali poco netti. I bordi dei Gemelli presentano interessanti speroncini, dalla linea frastagliata e discontinua. In questa zona sono state aperte alcune vie divertenti ma non impegnative; le difficoltà tecniche e l'impegno complessivo non è più quello del resto della parete.
I canali Gemelli, ottimi per discese veloci dal tratto di parete limitrofo a P.ta Macerola, hanno un accesso, anche in inverno, relativamente non difficile.
A chiudere a occidente questa zona è uno sperone lungo ma poco omogeneo, che da quota 1600 si porta a quota 2128; è lo Sperone dei Tiburtini, che attualmente viene risalito da due itinerari, dei quali uno lo affronta in tutta la sua lunghezza.


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Sulla carta visualizzata i sentieri sono contrassegnati da un numero d'ordine, iniziando da est. 


1) Il sentiero che sale fino a quota 1775, alla base del canalone di Monte di Canale, è utilizzabile sia in estate che in inverno per andare all'attacco dei due speroni che costeggiano il canale, cioè: lo Sperone di Quota 2151, con la struttura della Pala, e lo Sperone Sinistro della Neviera (Q. 2201). Per altre destinazioni non è funzionale, così come non è remunerativo se lo si abborda da Fonte dell'Acqua (q. 1156 mt); da quest'ultima località i tempi estivi di percorrenza sono 1.30 ore -fino a Fonte Canale- più ore 1.15 alla base del canalone, per un totale di ore 2.45.
Molto remunerativo, quindi, è raggiungere l'area attrezzata di Fonte Canale (q.1352 mt) -dove inizia il sentiero- in auto, attraverso la strada sterrata che sale dall'abitato di Gagliano Aterno. Questa soluzione possibile in estate, è spesso replicabile nella cattiva stagione, quando le condizioni di innevamento della montagna rendono possibile il transito sulla pista, specialmente all'inizio e alla fine dell'inverno, quando la neve si è ritirata di quota.
Recentemente (1994) il sentiero è stato da noi segnato in maniera ottimale, anche nel tratto superiore dove la traccia, alquanto fievole, tende a perdersi.

2) Il sentiero per la Neviera segnato dagli Scout con bandierine giallo blu, tuttora ha la segnaletica un po' vetusta e presenta diversi tratti dove può risultare facile perdere il tracciato, spesso poco evidente. A quota 1710, con gli ultimi segnali di vernice ben evidenti sui tronchi degli alberi, la pista scompare improvvisamente nel bel mezzo del bosco che ora si fa basso e fitto.
Questo sentiero, evidenziato anni fa' nell'area attrezzata da un vistoso cartello segnaletico, dovrebbe portare nella zona della Neviera (q. 1800 ca.), ma concretamente è percorribile solo fino alla quota su menzionata, cioè cento metri di dislivello al di sotto dell'obiettivo. La prosecuzione, faticosa e senza punti di riferimento (più volte abbiamo tentato inutilmente di raccapezzarne il tracciato), richiederebbe non meno di 0.45 ore, che sommate alle 1.45 del tratto precedente, porta ad un totale di 2.30 ore di percorrenza in estate, dalla Fonte di Canale. Una soluzione di avvicinamento alla Neviera quindi, da scartare anche nella bella stagione; non già per la lunghezza, ma per la difficoltà concreta ad aprirsi la strada nel tratto superiore del percorso, troppo intricato.
Un'alternativa senz'altro da tenere in considerazione è quella di percorrere il sentiero normale per la vetta del Sirente che sale da F.te dell'Acqua, fino alla prima radura all'uscita dal bosco (q. 1700), proseguendo poi piegando per via evidente in direzione est. Superati facilmente cento metri di dislivello nella macchia abbastanza rada, si perviene sui ghiaioni della Neviera, dove in breve è possibile raggiungere le rocce di tutti e tre gli Speroni che su di essa si affacciano (percorrenza circa ore 2.00).

3) Ancora meglio: giunti alla radura della via normale, quasi all'uscita del bosco, si prende un sentierino non molto evidente, specie in inverno, che dirigendosi a mezza costa prima in direzione est e poi con alcune svolte salendo decisamente, perviene alla base del canalone San Vincenzo (0.30 ore). Il sentiero, ripristinato qualche anno fa' (1996), è discretamente segnalato con bandierine giallo-blu. Alla base del canalone un'evidente traccia prosegue per ghiaioni, mantenendosi sulla destra orografica del canale e costeggiando (attenzione alle scariche) le rocce dello Sperone Centrale della Neviera. Faticosamente si raggiunge, sotto le rocce strapiombanti della Barriera, il sito di una delle antiche cave di ghiaccio della montagna, a quota 2000 mt. Subito a destra sale incassato e invisibile dal basso il Canalino della Neviera, che adduce sulla cresta dello Sperone Centrale.
Il percorso descritto è oltremodo ottimo per andare all'attacco della parete ovest dello Sperone Sx.

4) Il sentiero normale per la vetta è utile per raggiungere le pareti che si affacciano su Valle Lupara, tra cui il versante orientale dello Sperone di Mezzo e il "Palazzo", bella struttura rocciosa situata alla testata del primo canalone a sinistra di Valle Lupara (denominazione proposta Canalone Enrico Abbate). Quest'ultimo è raggiungibile anche dall'anfiteatro della Neviera.
Il sentiero, recentemente ripristinato nel tracciato, presenta in inverno problemi di orientamento nella parte alta, dove la segnaletica, rada e poco evidente, impone diverse deviazioni con conseguente perdita della direzione di marcia; problema da non sottovalutare in inverno, quando il bosco è sotto una spessa coltre nevosa.

5) Il sentiero che porta a quota 1550, alla base del Canale Majore, abbastanza ben segnato, ma con vernice spray poco evidente, d'inverno risulta molto frequentato (tempo di percorrenza da 0.45 a 1.30 ore, secondo lo stato della neve).
L'itinerario serve ottimamente come percorso alternativo per salire alla vetta principale, quando d'inverno le condizioni della montagna sconsigliano la percorrenza della via normale, lunga e piena di traversi spesso ghiacciati. Risulta quindi funzionale per avvicinare le pareti che si affacciano sul Majore: lo Sperone di Mezzo a sinistra e la parte estrema della Parete NE che borda a destra il canalone medesimo.

6-7) Da località Chiusa della Madonna (piazzale parcheggio all'inizio dei Prati), all'altezza di una costruzione in muratura, ora funzionante come chalet e punto ristoro (1999), parte un sentiero che si biforca in due rami dopo qualche centinaio di metri. I due rami portano entrambi a Valle Pretosa, aggirando a est e a ovest il caratteristico Colle Saraceno.
Il ramo di sinistra passa per la Fossa del Pratiglio (q.1369 mt), suggestiva radura circolare nel bosco; il ramo di destra, un po' più tortuoso, si dirige verso Macchia Netta. Entrambi, negli ultimi cento metri del percorso, si addentrano nel bosco un po' fitto. Qualche anno fa (1995) la segnaletica quasi inesistente è stata da noi ripristinata, per cui oggi risulta abbastanza buona, almeno per persone già esperte della zona. A seconda dei casi è utile percorrere l'uno o l'altro degli itinerari per portarsi all'attacco della parete nord: dalla zona dell'Imbuto alla bastionata di P.ta Macerola, fino al Gemello Sx.
Valle Pretosa è una stretta valletta incassata tra le rocce della Parete N e il bosco. E' divisa in due parti che comunicano tramite una selletta a quota 1683mt. Per passare dall'una all'altra parte bisogna risalire circa cento metri di dislivello; quindi risulta utile stabilire a priori il punto di attacco delle vie sulla parete, per evitare inutile perdita di tempo e dislivello in più del necessario. Insieme al Gemello Sx rappresenta la via più facile e franca di discesa da questa zona della montagna.

8) Dai Prati del Sirente, all'altezza di una piccola costruzione, opera di presa di un fontanile posto più a valle, parte un ennesimo sentiero il cui ramo principale, largo e sgombro da vegetazione, si dirige a F.te Anatella. Dopo qualche centinaio di metri dall'imbocco (q.1195, poco visibile d'inverno), parte una ripida mulattiera che salendo in direzione ovest, porta in direzione del conoide del Gemello Dx.
La traccia di sentiero è abbastanza evidente: procede prima a mezza costa, poi intorno ai 1300 mt inizia a salire in maniera marcata. A quota 1400, raggiunto un crinale sempre nel bosco, la traccia si perde, o meglio non è più molto evidente. Si riesce -cosa difficile già in estate- a procedere fino a quota 1500, ma quest'ultimo tratto, piegando di nuovo verso est, porterebbe fuori via.
Dal caratteristico crinale a quota 1400, conviene allora salire per via intuitiva direttamente in direzione della montagna, per il bosco ripido ma abbastanza largo inizialmente. Dopo cento metri di dislivello si piega decisamente a ovest, facendosi strada tra numerosi alberi caduti e, scavalcato un piccolo crinale, si attraversa una fascia fitta di giovani arbusti che separano dalla base del conoide che scende fino a circa 1600 metri dal Gemello Dx.
Quest'ultimo tratto è decisamente faticoso, ma a tutt'oggi non esiste percorso alternativo per raggiungere questa zona. Poco tempo fa' (1993), questo itinerario è stato da noi segnalato, marcandolo con bandierine giallo rosse, fin sul crinale a quota 1400 mt, facendolo proseguire poi in discesa, per un ramo secondario che ritorna verso est e quindi ai Prati, realizzando così un anello escursionistico molto suggestivo nella faggeta di Macchia Netta.
La mulattiera parallela segnata sulla carta dell'IGM, risalendo la faggeta ancora più ad ovest di come riporta la carta, è utile solo per raggiungere l'imponente Sperone dei Tiburtini. Infatti con un percorso a mezza costa, si dirige alla base di questi. Ma anche in questo caso non è percorribile interamente, perché a quota 1470, ormai in vista dei roccioni dello Sperone, se ne perde improvvisamente la traccia.
Il problema di molti sentieri di questo versante del Sirente è che attraversano un tratto superiore di bosco che, a differenza della parte bassa, risulta fitto e intricato per la presenza di giovani piante ed arbusti cresciute negli ultimi quindici anni, occupando siti che negli anni '50, alla realizzazione delle carte IGM, risultavano sgombri.
Esistono qui, come in altre zone della faggeta, tracce secondarie e numerosi collegamenti tra i sentieri descritti, che è meglio tralasciare, perché non apportano nessuna concreta utilità per l'approccio alle pareti, in particolare a chi non conosce perfettamente la montagna.