L'Itinerario
RISERVA NATURALE GOLE DI SAN VENANZIO
Sentiero delle Vuccole
• Sviluppo chilometrico: circa 4,5 km;
• Dislivello: nessuno;
• Tempo di percorrenza: ore 3.00 circa;
• Difficoltà: tratti esposti;
•Cartografia: IGM Fg 146 II NO (Raiano),
Carta escursionistica 1:11.000, Gole di S. Venanzio, Riserva Naturale Regionale;
• Segnaletica: nessuna
Con i suoi 150 chilometri di lunghezza il fiume Aterno attraversa l’Abruzzo da ovest ad est e dalle sorgenti sui Monti della Laga, prima di sfociare nell’Adriatico, attraversa ampi territori in parte densamente urbanizzati, altri orograficamente tormentati e selvaggi.
Dopo aver oltrepassato la Valle di Amiternum e la conca Subequana, il fiume lambisce ancora la Valle Peligna poi piega decisamente a est per correre incontrastato verso l’Adriatico. In questo percorso il fiume riceve l’apporto di importanti immissari come il Sagittario ed il Pescara, ma anche altri minori come il Vera, il Tirino, l’Orte, il Lavino. Questi considerevoli apporti di acque fan sì che il bacino idrografico dell’Aterno sia tra i più importanti che affacciano sull’Adriatico a sud del Po.
Accesso
Visualizzazione ingrandita della mappa
La zona si raggiunge con l’autostrada A25 Roma-Pescara, uscendo al casello di Sulmona-Pratola Peligna. Dal casello si prosegue in direzione Raiano con la S.S n. 5. In alternativa con il treno della linea Sulmona-L'Aquila e con arrivo alla stazione di Raiano.
La Riserva
Il tratto che il fiume percorre nelle Gole di San Venanzio, oggi Riserva Naturale Regionale, costituisce indubbiamente quello più importante dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, per la particolare morfologia del territorio caratterizzato da un canyon che in molti punti si stringe in vera e propria forra inaccessibile, con rapide e salti d’acqua tra pareti compatte e strapiombanti.
Il territorio della riserva è suddiviso in due grandi zone morfologicamente molto diverse tra loro: a monte le strette gole fluviali dove domina la roccia calcarea, a valle la piana di origine alluvionale, dove il fiume torna a scorrere tranquillo, disegnando ampie anse bordate da una peculiare e folta vegetazione ripariale. Al termine delle gole, a mo’ di sentinella sullo scorrere delle acque verso valle, è ubicato l’antico Eremo di San Venanzio, costruito sugli speroni rocciosi proprio a cavallo del fiume, il cui impianto risale al XII secolo.
La ricca vegetazione di tipo termo-xerofila varia dalla tipica macchia mediterranea al bosco di alto fusto, con esemplari di Leccio, Roverella e Carpino nero, mentre nelle zone umide si rinvengono salici e pioppi. Le specie arbustive poi costituiscono una fitta e impenetrabile macchia con ginepri, viburni, ginestre, pungitopo e Daphne.
Descrizione
Le popolazioni latine conoscevano il fiume con il nome di Aternus e con lo stesso nome designavano spesso altre località, templi e luoghi di culto. L’abbondanza delle sue acque nel I secolo d.c., probabilmente sotto l’Imperatore Claudio, diede spunto alla costruzione di un acquedotto sotterraneo per portare l’acqua da Superaequm fino all’abitato di Corfinium.
Dell’acquedotto detto delle “vuccole”, per la presenza lungo il percorso di una serie regolare di aperture adibite a fori di aerazione, si conserva ancora buona parte del tracciato che si sviluppa, nel suo percorso più ardito, proprio nello scenario selvaggio delle gole di San Venanzio.
L’antica opera idraulica scavata nella roccia, compie un percorso ipogeo lungo il lato destro orografico del fiume, a monte dell’abitato di Raiano. Le acque captate direttamente dal fiume Aterno percorrono ancora oggi il tracciato ipogeo e sono utilizzate per l’irrigazione dei coltivi intorno a Raiano.
Significativa dal punto di vista topografico è la presenza di un tracciato viario, in parte cancellato per la costruzione di altre opere, che segue l’andamento della galleria limitrofa.
L'itinerario ha inizio da una sterrata nei pressi dello Chalet in Viale Med. d'Oro Di Bartolo, dopo aver superato un passaggio a livello. Con percorso pianeggiante si raggiunge un punto panoramico sulla valle e si prosegue sulla sinistra, costeggiando la condotta idrica fin dove essa diventa interrata. Oltre si evidenziano le prime aperture per l'aerazione costruite in mattoncini in laterizio. Oltrepassata una galleria ferroviaria il sentiero continua sul lato sinistro orografico delle gole, costeggiando l'acquedotto che qui è interamente scavato nella roccia. Lungamente il percorso si snoda lungo le gole, presentando tratti a strapiombo sugli appicchi rocciosi che sormontano la forra del torrente, nella parte più spettacolare dell'itinerario. Raggiunta la fine del percorso, è possibile risalire verso la Strada Statale n. 5, dopo aver scavalcato la massicciata della linea ferroviaria. Per una breve sterrata si perviene ad uno slargo della strada, dove eventualmente in precedenza si sarà lasciato un veicolo.