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Metaponto
e le colonie greche di Calabria
Metaponto
Fondata alla metà del VII secolo a.C. da Greci provenienti dall'Acaia, Metaponto divenne una delle più importanti colonie della Magna Grecia nel Mediterraneo. Tra gli ospiti illustri ospitò il filosofo e matematico Pitagora e la sua scuola.
La città antica di Metapontion sorgeva non
lontano dal mare ed era in comunicazione con esso tramite un canale. Durante gli
scavi archeologici, nella zona nord sono stati messi in luce i templi, mentre a
est era situato il quartiere dei vasai.
Nell'area dei templi sono venuti alla luce i ruderi del tempio di Apollo del VII
secolo a.C., i resti del tempio di Afrodite e di Atena ed il tempio di Hera che
appartiene al IV - V secolo a.C.
La sua ricchezza era principalmente costituita dall'ampio e fertile territorio in cui sorgeva, la pianura delimitata dai fiumi Bradano e Basento, da sempre famosa per la produzione cerealicola (testimoniata anche nel simbolo della spiga sulle monete della città). I periodi di maggiore floridezza per la colonia vanno dalla seconda metà del VI alla prima metà del IV sec a.C., caratterizzati da un imponente sviluppo edilizio. In età romana la città attraversa una fase di decadenza con la riduzione dell'abitato, limitato alla sola zona del Castrum. Il progressivo abbandono del sito viene scandito dalle continue inondazioni dei fiumi che ricoprono la città antica di uno strato alluvionale.
Nell’età del Bronzo le popolazioni locali entrano in contatto con la civiltà micenea, come è possibile constatare dalla presenza di reperti di importazione e di fabbricazione locale. Segue, nell’età del Ferro, il progressivo sviluppo della comunità indigena degli Enotri, con l’affermarsi al suo interno di una élite aristocratica capace di accumulare grosse ricchezze, com'è testimoniato dai corredi funerari rinvenuti, costituiti in massima parte da oggetti bronzei di ornamento personale di alta qualità, insieme a collane in ambra e pasta vitrea e oggetti in avorio che attestano fiorenti scambi commerciali.
La colonizzazione greca è ampiamente testimoniata da reperti provenienti dal santuario dell’Incoronata, risalenti alla prima metà del VIII sec. a.C..
Nella metà del VII sec. a.C. avviene la distruzione del sito dell’Incoronata da parte degli achei, che fondano una colonia a Metaponto come avamposto contro Taranto e successivamente creano una serie di fattorie nell’interno per controllare il territorio adiacente gli insediamenti Enotri. Lo splendore della colonia raggiunge il suo apice nel VI-V sec. a.C., come testimoniano gli splendidi reperti rinvenuti nei tre templi cittadini, consistenti in materiale votivo fittile, terrecotte, ceramica a vernice nera arcaica, un bronzetto arcaico di kriophoros, frammenti di decorazione architettonica raffiguranti una fanciulla con panneggio dipinto, un arciere in calcare dal tempio di Apollo, sime laterali con grondaie a testa leonina e meandri dallo stesso tempio, una lastra di rivestimento con scena di matrimonio sacro tra divinità su un carretto trainato da muli, un modellino di tempietto in calcare.
L’occupazione romana del III sec. a.C., infine, è testimoniata da ceramiche grigie ellenistiche, quelle sigillate romane e africane, quelle tardoimperiali prodotte in Asia Minore.
Il
Parco Archeologico, comprende oggi i resti
monumentali del'area sacra e dell'adiacente agorà. L'area sacra racchiude
quattro templi: il più antico dedicato ad Atena, fondato all'inizio del VI sec.
a.C.; i templi di Apollo e di Hera realizzati nel 570 a.C., tutti in stile
dorico. Intorno al 470 a.C. venne edificato il monumentale tempio ionico
dedicato ad Afrodite.
In situ sono visibili i tentativi di
ricostruzione della fronte orientale del tempio di Apollo, relativa alle
colonne, ai capitelli e all'architrave. Davanti all'ingresso dei templi, ad est
vi sono i resti degli altari, oltre a basi, iscrizioni ed elementi votivi. A
sud, adiacenti ad uno degli assi viari (plateiai) est-ovest, si
sviluppano un ampio portico e una serie di ambienti. Ad est, il muro di
recinzione dell'area sacra (temenos) separa il santuario dalla piazza
pubblica (agorà), in cui si erge l'impianto teatrale risalente alla metà
del IV secolo a.C., con i resti di precedenti edifici per pubbliche riunioni a
pianta circolare (ekklesiasterion, VI - V sec. a.C.). Alle spalle del
teatro si nota l'altare con dedica a Zeus Agoraios, mentre verso sud vi è un
recinto sacro a pianta trapezoidale risalente al V secolo a.C., all'interno del
quale vi sono i resti di due strutture.
L'analisi delle fonti antiche permette di identificare con molta verosimiglianza
tutto il complesso nel luogo deputato alla predizione e alla religiosità
misterica (manteion), dove i Metapontini dedicarono un alloro di bronzo
in seguito alla visita dello sciamano Aristeas.
L'impianto urbano è delimitato da un imponente circuito murario risalente al VI
secolo a.C., rimaneggiato nel IV secolo a.C. e caratterizzato da una serie di
ingressi monumentali.
Non molto
distante dall'area sacra si rinvengono i resti splendidi del tempio detto delle
Tavole Palatine, dedicato ad Hera e
costruito nel VI secolo a.C., per segnare i confini territoriali dell'antica
città achea
Secondo la tradizione, il tempio di Hera è detto delle Tavole Palatine poiché le
sue colonne ricorderebbero i sostegni della tavola intorno alla quale si
riunivano i cavalieri di Carlo Magno. Dista circa 4 km da Metaponto.
L’edificio, costruito nel 530 a. C., faceva parte di un’area sacra extraurbana
connessa con il culto di Hera. In stile dorico, era costituito da sei colonne
sui lati corti e dodici sui lunghi; la cella era preceduta dal pronaos e munita
di un adyton (parte interna inaccessibile). Le colonne esterne appaiono
slanciate; alcune decorazioni lo fanno somigliare alla Basilica di Paestum. Poco
distante dal tempio sono i resti di un altare più antico che, insieme ad altri
elementi, fanno supporre l’utilizzazione dell’area in tempi precedenti
l’edificazione del tempio stesso.
Il tempio, sorgeva in prossimità di una sorgente sacralizzata, secondo una
tradizione diffusa in tutto il mondo greco. Nell'area del santuario sono stati
rinvenuti numerosi frammenti relativi ad una complessa decorazione
architettonica policroma in terracotta, che presentava, tra l'altro, gocciolatoi
a testa leonina. Stipi votive con statuette di divinità greca e ceramiche,
utilizzate durante le cerimonie sacre, testimoniano inoltre le modalità di
espressione del culto.
A
Capocolonna, a 12 km a sud della città
di Crotone (l'antica Kroton), sorgeva un grandioso tempio costruito
nel VI-V sec. a .C. in onore della dea Hera Lacinia. I romani per meglio
conservarlo vi aggiunsero il reticulatum, oggi chiaramente visibile. Di quel
tempio oggi rimane una sola colonna, che dà il nome al promontorio sul quale
sorge e crea un elemento di grande suggestione sul lembo di terra affacciato sul
mare. Qui affiorano inoltre alcuni ruderi del basamento, del reticulatum romano,
della via sacra e alcuni resti di edifici romani sorti intorno al santuario.
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