Ho scoperto il mondo dell'arrampicata nel 1983 in modo casuale, grazie soprattutto all'incontro con la persona che poi si rivelerà il mio maestro nei primi approcci con la dimensione verticale, Paolo Mosca, scomparso due anni più tardi, a soli 25 anni, a causa di un tragico incidente in palestra. 

In quel lasso di tempo, prima ancora di frequentare veri e propri corsi di arrampicata, suo inseparabile compagno di ascensioni, ho fatto la regolare "gavetta" del secondo di cordata, esperienza che si rivelerà poi indispensabile per dedicarmi all'alpinismo con autocontrollo e sicurezza. 

Il terreno di gioco, dalla storica palestra di roccia di S.Onofrio al monte Morrone, si è trasferto subito in altri siti non particolarmente distanti dalla Valle Peligna (Gole del Sagittario, Gole di San Venanzio, Capestrano), prima di approdare sotto le solari pareti del Corno Piccolo al Gran Sasso. Su questa montagna, fino a metà degli anni '90, si è concentrata quasi tutta la mia attenzione, ripetendo numerose vie di roccia e diversi itinerari di stampo invernale. 

Nel 1984 dopo l'iscrizione al Club Alpino Italiano, ho preso parte ad un corso di alpinismo tenuto a Prati di Tivo dalla scuola di alpinismo "Gran Sasso"; erano i tempi di Mimì Alessandri in veste di direttore. L'anno successivo vi è stata una replica frequentando un corso di livello avanzato. 

Nonostante nell'estate del 1985 abbia avuto il mio primo contatto con le Alpi (Dolomiti, Monte Bianco, Monte Rosa, Gran Paradiso), nel 1986 ho preso parte ad un corso di "progressione su ghiaccio", presso la scuola nazionale dell'AGAI (Associazione Guide Alpine Italiane). 

Dopo aver nel corso degli anni visitato gran parte dei massicci montuosi dell'Appennino centrale, con esplorazioni e salite spesso realizzate in solitaria, il crescente interesse per le vie di stampo invernale, mi hanno portato a rivolgere l'attenzione alla catena del Sirente-Velino: gruppo montuoso dalle caratteristiche morfologiche singolari, che riserva agli appassionati di questa disciplina sorprese inaspettate. 

In particolare, l'esplorazione delle potenzialità offerte nella stagione fredda dalla parete nord del Sirente, si è concretizzata nel decennio 1990/2000 con l'apertura di numerose vie nuove, molte delle quali realizzate in solitaria e nella ripetizione di gran parte degli itinerari storici saliti sulla montagna. La conoscenza di Vincenzo Abbate, alpinista di Palestrina, grande conoscitore e appassionato della montagna appenninica, ha dato un notevole impulso a quest'attività di esplorazione, aprendo un pagina nuova nel mio rapporto con la montagna: la raccolta di documentazione sulla geografia e la storia alpinistica dei principali massicci montuosi abruzzesi. 

Il grande interesse per la fotografia, disciplina coltivata ancor prima della frequentazione degli ambienti montani, ha condizionato in modo determinante la filosofia e gli atteggiamenti del mio modo di "andare per monti". 

Dopo tanti anni passati a percorrere pareti e canali, altri aspetti peculiari non meno appariscenti della montagna si sono schiusi alla mia vista, determinando gli elementi che col passare degli anni hanno caratterizzato sempre più il mio modo di vivere la montagna e l'ambiente naturale. 

La particolare attenzione verso la geomorfologia, la flora e la fauna si è unita alla ricerca della presenza dell'Uomo sulla montagna (siti archeologici, eremi, grotte, vicende storiche e religiose), completando l'orizzonte dei miei interessi sul territorio.